Customs NEWS // Provvedimento per disciplinare il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere

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Il 18 aprile 2023, il Parlamento europeo si è espresso ­– con 487 voti favorevoli, 81 contrari e 75 astensioni – circa il provvedimento che disciplina il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM); successivamente lo scorso 25 aprile è arrivata in via definitiva la conferma da parte del Consiglio. 

Quanto accaduto si è rivelata un’occasione importante sia per sensibilizzare sulle tematiche legate al cambiamento climatico, fenomeno che richiede sempre più soluzioni di portata internazionale, sia per porre l’accento sulle ambizioni europee in materia di clima.

In tale direzione, l’Unione europea si sta dimostrando sempre più attenta e all’avanguardia nella misura in cui punta ad offrire soluzioni normative innovative volte a prevenire le cause del cambiamento climatico ed i rischi conseguenti generati dal riscaldamento globale; nel quadro che si va configurando, l’attuale fase di transizione energetica, rappresenta una delle condizioni necessarie in grado di offrire un contributo alla decabornizzazione mediante il progressivo passaggio a sistemi di produzione di energia elettrica basati su fonti rinnovabili a basse o a zero emissioni di carbonio.

In un ambito così ampio, il contesto normativo di riferimento è delineato dal c.d. Fit for 55%, un insieme di provvedimenti normativi finalizzati a convertire gli obiettivi climatici concordati dalle istituzioni dell’UE in obblighi giuridici. Questo “pacchetto normativo” si riferisce all’obiettivo dell’UE di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

Con specifico riferimento al CBAM, uno dei pilastri del “Fit for 55%”, l’intenzione dell’UE è quella di salvaguardare le proprie politiche in materia di clima e di evitare che le stesse possano essere rese vulnerabili da politiche meno rigorose di Paesi terzi, nonché quella di evitare il rischio della “rilocalizzazione delle emissioni di carbonio” che potrebbe verificarsi nel caso in cui aziende con sede in UE decidano di esternalizzare la propria produzione ad alta intensità di carbonio in Paesi extra-UE, dove sono poste in essere politiche meno stringenti con standard più permissivi.

Il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) si applicherà ad alcuni beni la cui produzione è considerata ad alta intensità di carbonio con un importante rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e, tra i settori coinvolti, rientreranno determinati prodotti dell’industria dell’alluminio(es. tubi di alluminio; fili di alluminio), ghisa, ferro, acciaio (es. prodotti laminati piatti, di ferro o di acciao non legati; tubi e profilati cavi, di ghisa), energia elettrica, cemento e concimi (es. ammoniaca, anidra o in soluzione acquosa). In particolare mediante il CBAM verrà imposta una tassa sul carbonio relativa alle importazioni di specifici prodotti afferenti alle predette aree.

L’introduzione di questo meccanismo sarà graduale ed è in linea con l’eliminazione progressiva di quote gratuite – nell’arco di nove anni tra il 2026 e il 2034 – nell’ambito del sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE (ETS), al fine di sostenere la decarbonizzazione dell’industria europea.

Il CBAM in virtù dell’accordo politico provvisorio raggiunto il 13 dicembre 2022 entrerà in vigore nella sua fase transitoria il 1° ottobre 2023  data tale da consentire una transizione giusta e proporzionata  in attesa della sua piena applicazione a decorrere dal 1° gennaio 2026.

Durante il periodo transitorio agli operatori sarà richiesto di comunicare le quantità di emissioni incorporate nei prodotti oggetto di importazione. 

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