La Commissione europea interviene sulla recente decisione ufficiale del Governo inglese di ufficializzare l’entrata in vigore della Brexit il 1° gennaio 2021, nonostante il parere contrario di Galles, Scozia e Irlanda del Nord.
L’uscita dall’Unione Europea significherà, com’è ben noto, anche uscita dal mercato unico unionale, le cui conseguenze si ripercuoteranno notevolmente in ambito economico, sia per le aziende europee che per quelle britanniche.
A tal proposito, è intervenuta la Commissione europea con la recente comunicazione COM (2020) 324 final del 9 luglio 2020, chiarendo che dal 1° gennaio 2021 le formalità ed i controlli doganali dei traffici commerciali fra l’Unione europea ed il Regno Unito (ad eccezion dell’Irlanda del Nord), saranno equiparati a quelli normalmente presenti fra l’UE ed i Paesi Extra UE.
In particolare, nel Regno Unito, dal 1° gennaio verranno effettuati pieni controlli sulle sostanze altamente sensibili, quali alcol e tabacco, mentre le merci standard saranno assoggettate alle procedure doganali di base con sei mesi per completare le dichiarazioni doganali e pagare gli eventuali dazi sussistenti. A decorrere dal 1° aprile 2021, coloro che importeranno i prodotti di origine animale saranno tenuti ad informare in via preventiva la Dogana, fornendo i documenti sanitari pertinenti.
Ad oggi ancora non è dato sapere se i negoziati dei prossimi sei mesi porteranno o meno alla stipulazione di un Accordo di libero scambio fra l’UE ed il UK, utile nella prosecuzione degli scambi commerciali a dazio zero. Le trattative sembrano essere entrate in una fase di stallo, anche a causa dell’attuale emergenza sanitaria data dal Covid 19, ed il mercato torna a temere il rischio Hard Brexit.
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